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BASTA SUICIDI!!

NASCE DIRITTO E VITA IN RICORDO DI UMBERTO PAOLILLO

E’ nata l’associazione “Diritto è Vita”, in ricordo di Umberto Paolillo, agente, ispettore capo della polizia penitenziaria Barese, che si è tolto la vita con la pistola d’ordinanza.

L’associazione è stata voluta fortemente dalla madre, signora Rosanna Pesce, alla quale Umberto raccontava, sempre a suo dire, i suoi disagi e incomprensioni lavorative. Mamma Rosanna, come la ricorda affettuosamente chi ha ascoltato le sue denunce, ha voluto fortemente la nascita di questa associazione, perché a suo dire, la morte del figlio e di altri appartenenti al personale in divisa, non sia ancora una volta archiviata come conseguenza del gesto estremo, dovuto al mal di vivere. Dietro il gesto estremo c’è sempre una motivazione assurda, ma prevedibile.

L’associazione creata da Rosanna Pesce, Ernesto Paolillo, l’avvocato Antonio La Scala e l’avvocato Laura Lieggi si pone l’obiettivo di dare ascolto e voce a chi, durante l’espletamento lavorativo, chiede aiuto perché non riesce ad arginare l’ansia e lo stress derivanti da situazioni imposte o da comportamenti illegittimi. L’aiuto di uno psicologo esperto e di legali preparati nella materia lavoristica e militare f ara’ da supporto a chi lo richieda.

Le organizzazioni militari, i corpi e le armi sono istituzioni lavoristiche assolutamente controllate e disciplinate da una copiosa normativa, che ha lo scopo di prevenire e arginare fenomeni di illegittimità e di abuso. Purtroppo, pero’, anche in questi ambiti, così come in qualsivoglia ambiente lavorativo, la normale relazione tra gli individui può portare a vessazioni, maltrattamenti e abusi. Appare chiaro che si e’ sempre dalla parte di chi giornalmente ci difende e protegge grazie ad una valida organizzazione e direzione, ma purtroppo, il problema dei suicidi, per quanto già presente, stia ora assumendo dimensioni paurose, e mai, come in questo momento, occorre un intervento immediato ed efficace.

L’associazione si prefigge non solo di raccogliere i numeri e le testimonianze, ma anche di avanzare proposte per la modifica o l’introduzione di leggi che si occupino del fenomeno.

Per fare questo occorre l’aiuto di tutti coloro che, in qualche modo, si sentano coinvolti o che possano dare un valido contributo all’annosa questio. L’associazione ” Diritto è Vita ” si doterà di un numero verde al quale chiunque potrà chiedere aiuto, chiarimenti, interventi. Fondamentale sarà la collaborazione con i sindacati, che potranno dare un valido contributo. Ora ci aspettiamo solo che la cosa abbia la massima condivisione e divulgazione perché “insieme tutto è possibile”.

Prossimi eventi

 

IL SUICIDIO NON E’ UNA SOLUZIONE

Il suicidio non è la soluzione… Martedì 13 dicembre 2022 alle ore 17… l’avvocato Antonio Maria La Scala e l’avvocato Laura Lieggi si confronteranno sull’annoso problema dei suicidi in divisa. L’inadeguatezza normativa, la cattiva organizzazione nelle caserme, l’abuso di potere di superiori gerarchici e il silenzio assordante delle parti coinvolte (compresi colleghi di lavoro), sono il motivo dell’aumento esponenziale del triste fenomeno. Il dibattito
come punto di partenza di azioni concrete di cui l’associazione diritto e vita si farà promotrice.

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L’eco di un amore immenso e il grido di tutte le madri

“Fa male vedere una madre, dignitosa e spezzata dal dolore, chiedere giustizia per un figlio che lo Stato ha consumato giorno dopo giorno, con la sua indifferenza, con il suo silenzio complice. Umberto non è morto solo per mano della sua disperazione, ma per mano di un sistema che lo ha ignorato, umiliato, logorato, fino […]

NUOVO CONVEGNO IN ONORE DI UMBERTO

SANGUE SULLE DIVISE. le parole di mamma Rosanna e le interviste agli avvocati Antonio Maria La Scala e Laura Lieggi

https://www.dirittoevita.it/wp-content/uploads/2024/02/l.htm clicca sul link per vedere le interviste

Umberto scriveva…….

“Mi sono stancato di passare da una CMO all’altra (Aosta-Verona-Bari) 4 volte e mi sono stancato a passare da una procura all’altra (Verona-Bari) 3 volte. Tutto questo senza un motivo. Mi vogliono mettere le manette non so per quale motivo. Nessuno dirà niente perché stanno tutti in difetto e quindi nessuno parlerà mai perché hanno […]

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17 Aprile, 2025

CONVEGNO 2024 PER NON DIMENTICARE LA LOTTA DI MAMMA ROSANNA ... See MoreSee Less

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Mamma coraggio un esempio nazionale!!!

17 Aprile, 2025

"Fa male vedere una madre, dignitosa e spezzata dal dolore, chiedere giustizia per un figlio che lo Stato ha consumato giorno dopo giorno, con la sua indifferenza, con il suo silenzio complice. Umberto non è morto solo per mano della sua disperazione, ma per mano di un sistema che lo ha ignorato, umiliato, logorato, fino a spegnerlo del tutto.
Chi è vessato non è fragile, è semplicemente una persona corretta, educata, che fa il proprio dovere senza scendere a compromessi. In un contesto lavorativo malato, come in una classe dove gli studenti bulli prendono di mira il più serio, il più silenzioso, il più rispettoso delle regole, accade lo stesso. Non è la fragilità a rendere vittima qualcuno, ma il fatto che quella persona, proprio per il suo modo di essere limpido e coerente, diventa scomoda. Umberto era esattamente questo: un uomo che credeva nella divisa, nel dovere, nel rispetto. Per questo è stato preso di mira.
Ed è inquietante, davvero, che sia stato un detenuto a difenderlo, mentre i colleghi — quelli che si definiscono “persone perbene” — hanno preferito il silenzio. È scioccante constatare come la gerarchia abbia fallito su tutta la linea, come non abbia funzionato nessun meccanismo di tutela. Penoso è sapere che Umberto ha affrontato cinque visite psichiatriche e in nessuna è stato riscontrato alcun disturbo. Perché il problema non era dentro di lui, il problema era il sistema stesso, marcio e indifferente, che lo ha schiacciato e, alla fine, gli ha messo in mano l’arma con cui togliersi la vita.
Non ci sono giustificazioni. È come se fossimo finiti nelle mani del male, e quel male si manifesta attraverso l’apatia, l’omertà, il potere usato per distruggere anziché proteggere. Sì, è come se Satana avesse messo radici dove invece dovrebbero esserci giustizia, umanità e solidarietà. Umberto è stato lasciato solo, e ora la sua storia deve gridare forte, per lui e per tutti quelli che oggi vivono lo stesso inferno, con addosso una divisa e nel cuore solo silenzio.
Mamma Rosanna non chiede vendetta, chiede verità. Chiede che venga riconosciuto ciò che è accaduto davvero: che il figlio non era fragile, ma forte e onesto in un ambiente che punisce l’integrità. E questo fa ancora più male. Perché chi avrebbe dovuto proteggerlo, sostenerlo, difenderlo, ha preferito voltarsi dall’altra parte.
Dietro ogni parola di Rosanna c’è l’eco di un amore immenso e il grido di tutte le madri che hanno visto i propri figli crollare sotto il peso dell’ingiustizia. E oggi il minimo che possiamo fare è ascoltare, denunciare, e stare accanto a lei. Perché il dolore di Rosanna non resti un’ombra nel vuoto, ma diventi una luce che smascheri un sistema che non può più permettersi di uccidere in silenzio".
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11 Ottobre, 2024

Buongiorno, oggi desidero affrontare alcune questioni che evidenziano una problematica attuale. Purtroppo, il lavoro nelle forze dell'ordine e nelle forze armate, nonostante sia un mestiere estremamente nobile, sta diventando sempre meno ambito. Ciò è probabilmente dovuto all'inadeguatezza della retribuzione e al pesante carico delle mansioni. Perciò molti giovani scelgono di non intraprendere questa carriera né di partecipare ai concorsi, il che è davvero un peccato.

Coloro che attualmente prestano servizio nelle forze armate e nelle forze dell'ordine si trovano a dover affrontare una carenza di personale, il che comporta un sovraccarico di lavoro e, talvolta, anche la mancanza di un adeguato riconoscimento della loro idoneità al servizio, un aspetto che dovrebbe essere ormai garantito. Ho incontrato militari affetti da patologie invalidanti che faticavano a svolgere le loro mansioni con serenità e ho visto l'ospedale militare spesso rimandare le visite, nella speranza che i pazienti si riprendessero nel frattempo. Tutto ciò ha causato notevole disagio tra i militari.

Per queste ragioni, ho ritenuto necessario sollecitare le visite mediche presso gli ospedali militari, accompagnando i pazienti con medici che potessero confermare la loro idoneità totale e permanente al lavoro. Se avete bisogno di un consulto, non esitate a contattare il nostro studio. Grazie.
Per un consulto gratuito, mandare un messaggio vocale al 3494442639.
Per una consulenza maggiormente strutturata con la visione di documentazioni, fissare un appuntamento online o in presenza allo 080 5584348.
Per ulteriori informazioni visitare il sito www.studioavvocatolieggi.com
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Buongiorno, oggi desidero affrontare alcune questioni che evidenziano una problematica attuale. Purtroppo, il lavoro nelle forze dellordine e nelle forze armate, nonostante sia un mestiere estremamente nobile, sta diventando sempre meno ambito. Ciò è probabilmente dovuto allinadeguatezza della retribuzione e al pesante carico delle mansioni. Perciò molti giovani scelgono di non intraprendere questa carriera né di partecipare ai concorsi, il che è davvero un peccato.

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Per un consulto gratuito, mandare un messaggio vocale al 3494442639.
Per una consulenza maggiormente strutturata con la visione di documentazioni, fissare un appuntamento online o in presenza allo 080 5584348. 
Per ulteriori informazioni visitare il sito www.studioavvocatolieggi.com

23 Luglio, 2024

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